Favorire sul territorio regionale la contaminazione innovativa tra il mondo della ricerca e quello industriale nei settori automotive e fabbrica intelligente, agevolando processi di trasferimento tecnologico e internazionalizzazione, favorendo così le condizioni di sviluppo del territorio. È questo l’obiettivo del Cluster lucano automotive, un’aggregazione di imprese, università, centri di ricerche lucane che collaborano tra loro per essere propulsori della crescita economica sostenibile del settore dell’automotive – fabbrica intelligente. Sono tre le finalità del Cla. In primis stimolare sinergie tra ricercatori e imprenditori lucani operanti nei settori produttivi rientranti nell’ambito dell’automotive. In secundis supportare le imprese lucane del settore per aumentare il loro grado di innovazione e di internazionalizzazione. Infine interagire con il sistema amministrativo e decisionale per sostenere il sistema industriale e della ricerca lucano afferente al settore automotive.
«Il nostro percorso all’interno del Cfi – spiega Antonio Braia, presidente Cla – consiste nel mettere a sistema e valorizzare tutta la conoscenza di un mercato internazionale che deve essere anche a portata di pmi. Perché le piccole e medie imprese devono conquistare nuovi trade, mettendo al centro da un lato il capitale umano, e dall’altro una mentalità improntata all’innovazione. La Basilicata è terra di eccellenze importanti, riconoscendoci e unendoci possiamo accelerare il processo di brand reputation non solo sui mercati nazionali, ma anche su quelli esteri». La rappresentanza di tutti i livelli dell’industria all’interno del Cla si rispecchia anche nel Comitato Tecnico-Scientifico, composto da GI, Pmi, enti di ricerca pubblici e privati e Unibas. «Si tratta di una governance con un giusto equilibrio – prosegue Braia – con Stellantis Fca e pmi che operano sia nella componentistica che nell’indipendente: è questa commistione che genera un trasferimento di conoscenza. E con il percorso intrapreso insieme al Cluster Fabbrica Intelligente intesseremo relazioni trasversali, concentrate non solo sul territorio».
In particolare, il Cla si è focalizzato su quattro tematiche per la sua Roadmap regionale, che sarà aggiornata a breve grazie alla nuova condivisa dal Cfi: mobilità sostenibile, innovazione di prodotto e processo, modellizzazione e tecnologie, robotica e meccatronica dei sistemi di produzione. Gli obiettivi che l’Associazione lucana vuole raggiungere? «Innanzitutto vogliamo stimolare la nascita di nuovi progetti imprenditoriali in grado di determinare ricadute sul territorio regionale in termini economici, occupazionali e sociali – commenta Antonio Braia – Per centrare questo scopo, è necessario favorire la formazione del management d’impresa, così da sviluppare percorsi di innovazione di prodotti e processi. Infine, vogliamo facilitare le imprese, le università e i centri di ricerca nell’accesso ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei».
Il Cla si pone come traguardo anche quello di affiancare realtà similari nazionali ed internazionali attraverso la partecipazione a commissioni di studio e tavoli di lavoro su tematiche specifiche con propri esperti scientifici, nonché l’adesione a nuovi network europei costituiti da organismi e istituzioni che si occupano di automotive. Senza dimenticare, ovviamente, la rete di partnership per agevolare il trasferimento tecnologico e commerciale dei propri associati. I goal del Cla incrociano le traiettorie del Piano operativo Po Fesr Basilicata, oltre che delle strategie di sviluppo promosse dalla Commissione europea in materia di cluster per la mobilità, l’automotive e la fabbrica intelligente. In particolare, è nostro compito favorire lo sviluppo di linee tecnologiche e d’innovazione che valorizzino gli ambiti produttivi, tecnologici, di ricerca e sviluppo, in una prospettiva di posizionamento delle eccellenze lucane nel contesto globale. «Il Cla ha la necessità di essere un sistema, in cui si mettono a valore le conoscenze e le esperienze acquisite, valorizzando anche la diversità di settore – sottolinea Braia – È indispensabile acquisire una mentalità improntata allo stare insieme, mettere gli attori dell’industria intorno a un unico tavolo. Perché questo permette di intercettare dei bisogni che spesso sono latenti. Il nostro fine ultimo è farci riconoscere ai mercati per l’alta specializzazione».